lunedì 24 ottobre 2016

La Letteratura disegnata di Pratt













        

La         Letteratura
disegnata         di Pratt 

         di Matteo Tassinari
Con i fumetti ha conquistato il mondo. Con i romanzi ci ha permesso di viaggiare stando seduti. Ora Hugo Pratt è arrivato alla fine dell'avventura, la stessa che per decenni ha scritto, disegnato e fatto amare attraverso i suoi personaggi, Corto Maltese in primis, Poeta, narratore, vero e proprio protagonista della cultura europea del Ventesimo secolo.
I pirati della Malesia nei 7 mari 
Pratt ha sempre difeso a spada tratta il suo primo, il fumetto, arrivando persino a coniare la definizione "letteratura disegnata", per sottolinearne la grande dignità artistica, dove l’avventura permette che accada l’inaspettato e lui si fa sempre trovare in posti che non si trovano sulle mappe. Non vi aspetta nel pianerottolo e direi che con questo è tutto. Ma siamo appena agli albori dell'avventura? Che cominci allora l'avventura con la canaglia di Barbanera che ha dominato i 7 mari d’oriente con altri truffatori, bucanieri, ribaldi corsari, lesti lestofanti, criminali e taglia gole che hanno navigato le onde asimmetriche dei Caraibi.
Le Sirene di Ulisse 
Corto Maltese di Hugo Pratt
Hugo Pratt e il mare, sono l’uno per l’altro. Un serbatoio di favole e disgrazie, peripezie e tribolazioni, miti, mostri, capitani soli, suoni esoterici e quegli “esseri fuori misura” che hanno sempre fatto parte dell’immaginario immaginifico dei fondali marini. Anche perché la vita non ci dà mai quello che vogliamo nel momento che ci sembra adatto. Le avventure arrivano, ma non puntuali. Marinai, profeti, sul filone di Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder, onde, sale, sole, balene, tutto offerto a Nettuno, colui che era in grado anche di scatenare forti terremoti, Pratt, pesca nel suo lavoro dalla mitologia classica “omerica” e le Sirene di Ulisse, il sentimento da cui è nata la moderna Nostalgia, che colpiva i marinai in viaggio. Ritornato a Venezia nel '42, vi frequentò l'Accademia/di Belle Arti, ma i pennelli invece di impegnarli nelle espressioni artistiche più tradizionali cominciò ad utilizzarli per disegnare le prime strisce con grande gaudio. Ogni produzione di un artista potrebbe essere l’espressione di un’avventura della sua anima.
Corto Maltese, marinaio, avventuriero, pirata e donnaiolo
Milton Caniff,
 dinamiche babilonesi
Tre anni più tardi dette vita al suo primo personaggio, l'Asso di Picche, un eroe in calza maglia gialla che combatte contro potenti organizzazioni internazionali, a cui Pratt dette un volto deciso per l'epoca, modulando le gesta del giustiziere mascherato secondo modelli espressi alla Milton Caniff, senz'altro uno dei più importanti e influenti artisti della storia del fumetto mondiale. A lui si sono rifatti artisti del calibro di Jack Kirby, Romano Scarpa, Frank Miller e appunto, Hugo Pratt. Cariff (nella foto qui a destra) non era solo nello stile grafico, ma era assolutamente insuperabile come narratore e creatore di trame, complotti, congiure, cospirazioni, gineprai di Mandilà, imbrogli, truffe babilonesi, caos e confusione s'incontrano trionfando nel disordine, inventerà un groviglio, un marasma che nel viluppo.

L'ambiguità della bellezza

negli scatti di Helmut Newton


Il vecchio adagio (molto consolatorio per la gran parte degli uomini) recitava più o meno così: "lasciate le belle donne agli uomini di poca fantasia". Come a dire che un corpo femminile che rispetta tutti i più pignoli canoni di bellezza non ha altro da dire. È pura tautologia. È solo nell'imperfezione, nello scarto dal canone, che si annida il germe della "cosa" interessante. Della vera prelibatezza. Che non spiega se stessa con una vuota tautologia ma si fa metafora, rimandando ad altro.

Cuore di     Tenebra 





Di sicuro Pratt ebbe in comune una qualità con lo scrittore inglese, l’abilità nell'osservare, nel conoscere, nel capire, nello studiare i caratteri delle persone e nel riprodurli nelle proprie opere aspre. Pratt ha sempre letto con vorace avidi “Cuore di Tenebra” (Heart of Darkness) un romanzo breve eppure un capolavoro di Joseph Conrad. Pubblicato nel 1902, anche se apparve inizialmente nel Blackwood's Magazine alla fine del secolo 18°, diviso in tre episodi. Viene considerato uno dei più importanti classici della letteratura del XX secolo, “Tifone” e “La linea d'ombra”.
Robert Stevenson
EventoUmano
Hugo Pratt
Aveva letto e preso spunto durante la creazione dei racconti, anche nell’ambito della letteratura marinaresca, con la sfera dell’avventura, l'evento umano che esce dall’ordinario, senza essere straordinari. Autore che esercitò su Pratt una notevole influenza artistica e culturale, fu sicuramente Robert Stevenson, scrittore, drammaturgo e poeta scozzese, preoccupato piuttosto che trasmettere al lettore qualche modo della seduzione di quel mondo corrotto all'artista conosciuto (ma sconosciuto), si sia preoccupato di dare una mano per arginare il disfacimento della cultura, imperante come fenomeno durante i suoi anni. Era una vocazione (in senso laico) la sua arte.


... e       se tu mi stessi
sulle      palle?
Ma Pratt è molto severo in quelle rare occasioni che si leggeva qualcosa da lui detta sullo stato dell’arte: “Se ti azzardi a dire che ti piace l'avventura, che sogni l'avventura, sei immediatamente fuori da certi schemi e certe teorie e forse mi stai anche sulle palle, ma questo è da vedere, magari mi stupiresti con altre magie, ma è un discorso inconcludente, la finirei qui. E chi ragiona in questo modo inerente al magico picco siderale dell’avventura, corre il rischio anche di essere fascista, per non dir peggio”. Quando voleva abbandonava la sciabola per impugnare il fioretto, così, con la stessa facilità che gli serviva per disegnare mari e atolli imprevisti.
 Il mensile Sgt. Kirk
È sicuramente l'inizio della lunga serie di creazioni firmate dall'artista italiano. Da Jungleman al Sgt. Kirk, antesignano del cinematografico Soldato Blu e dei western anomali, da Ernie Pike ad Anna della Giungla e Wheeling, tutta la produzione di Pratt è nel solco dell'avventura, spesso capace di assumere le sembianze di romanzi per immagini.
Meglio perdersi sulla   strada del viaggio
che non partire   mai
 Orizzonti di
  cambiamento
C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. 
Non si può scoprire nuovi oceani se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva. In Argentina con il grande Hector G. Oesterherld (creatore de L'Eternauta e il più importante sceneggiatore argentino), in Inghilterra con il Daily Mirror, Pratt nel frattempo ha continuato a viaggiare prima di fare nuovamente rotta verso casa, in Italia. Mentre a metà degli anni Sessanta la sua collaborazione al Corriere dei Piccoli procede a meraviglia, un gruppo di intellettuali, oggi editore con la Comic Art, lancia nelle edicole un mensile Sgt Kirk, tutto dedicato all'opera di Pratt. Ed è proprio sulle pagine di Sgt Kirk che fa la sua prima comparsa in una lunga saga di 165 tavole, una ballata del mare salato, il personaggio più riuscito di Hugo Pratt, Corto Maltese.
Catturate       il vento
nelle      vostre vele

Eroe romantico alla Conrad, scrittore polacco naturalizzato britannico, ritenuto il perno più importante tra gli scrittori moderni inglesi. Persona estremamente emotiva, soggetta a sbalzi d’umore, allegria e depressione, insicurezza e pessimismo, Conrad disciplina il suo temperamento romantico con un pesante moralismo. Come artista, aspira, come scritto nella prefazione del suo Il negro del "Narciso", 1897, quando scrisse parole magnifiche per le nostre scariche orecchie: “attraverso il potere della parola scritta, di farvi ascoltare, di farvi sentire. Ma prima di tutto di farvi vedere. Questo è tutto, e nulla più. Se ci riuscirò, troverete qui, secondo i vostri desideri: incoraggiamento, consolazione, paura, fascino - tutto quello che domandate e, forse, anche quello scorcio di verità che avete dimenticato di chiedere”.
 La verde       Milonga  
sudamericana
Hugo Pratt
Conrad è stato capace, grazie ad un ricchissimo linguaggio (nonostante l'inglese fosse soltanto la sua terza lingua, dopo quella polacca e quella francese), di ricreare in maniera magistrale atmosfere esotiche e riflettere i dubbi dell'animo umano nel confronto con terre selvagge. È universalmente riconosciuto come uno dei grandi maestri della prosa. il marinaio con l'orecchino è un giramondo innamorato del mare e dell'avventura che tanto sembra somigliare al suo creatore.
Ma lui, Pratt, non ha mai accettato l'accostamento: "In generale, gli autori non vogliono mai identificarsi con il loro personaggio. E io non sono un'eccezione, non mi ci identifico". Ambientate spesso nei mari del Sud e nell'America centro meridionale, le avventure di Corto Maltese si svolgono nei primissimi anni del secolo, in terre dove ancora sopravvivono la magia e le antiche superstizioni, zeppe di citazioni culturali spesso non facilmente comprensibili ad una prima lettura. Senza dimenticare i suggestivi intrecci organizzati da Pratt per il suo eroe capace d’incontrare personaggi reali come Gabriele D'Annunzio, Jack London, Butch Cassidy e il giovane Stalin.
 “Non è posto      per lui”
E le donne, alcune delle quali tra le più indovinate creazioni dello scrittore, come Bocca Dorata, Pandora e Venexiana Stevenson. Ma Pratt è stato un autore a tutto tondo, un narratore vero sia nelle strisce che nei romanzi, uno Stefano Benni del viaggio e delle dimensioni Haitiane. Di Corto Maltese una volta Pratt disse: “Non morirà, ma se ne andrà. In un mondo come questo, dove tutto è elettronica, dove tutto è consumo, non è posto per lui”. E forse neanche per un tipo come te e me? Da parte mia, contaci!


martedì 16 agosto 2016

Il T.S.O. e lo Zio dei giochi

INTRODUZIONE
Quanto segue è un fatto realmente accaduto e dal quale ho preso spunto per poter scrivere quanto leggerete. Ho sezionato "tutto" il materiale del Web inerente a questa persona e mi sono accorto violentemente, come investito da un bilico, che non potevo stare zitto, pur sapendo che non smuoverà nulla questo post, non è mica il Corriere, 'sto blog! E' da circa... praticamente... all'incirca... - diciamo da sempre - che mi chiedo se il cosiddetto T.S.O. (Trattamento. Sanitario. Obbligatorio.) non sia una pura pratica di tortura accettata senza porsi troppe domande e chiudere la faccenda come un pacco postale. Trovo che su di esso, vigili potentemente, una sorta di Realpolitik che non considera affatto il dolore della persona in quanto tale. E' una trattamento, dunque un'usanza, inaccettabile, che succede solo nei luoghi dove regna la sopraffazione. La trovo somigliante alla pena di morte. Una sconfitta immensa per chi si batte per la salvaguardia dei diritti dei più deboli e u'arma potente in mano a chi è già forte di suo. Ritengo ci siano metodi d'intervento, anche in casi gravi e difficili, per non etichettarli sempre come soprusi ed episodi d'aggressività, più umani, tollerabili soprattutto per il "malato" o paziente chessia, ma anche per chi non rimane indifferente a questa pratica violenza accettata e legale. Ho visto sempre, anche perché le cerco sempre quando vado in un nuovo ospedale, queste casupole. In ogni ospedale d'Italia, non manca mai il reparto psichiatrico. E vederlo è sempre il reparto più in disuso, claudicante. Come un riflesso di quel che accade dentro.
Morti sospette, camicie di forza, dubbi:
cosa non funziona più nei TSO in Italia
Certo, l'elettroshock non c'è più, ma…
Cambia poco dai manicomi, soprattutto se visitiamo certe "strutture" sotto il centro Italia. Certo, l'elettroshock non c'è più, come sono stati aboliti medicinali per i loro devastanti principi attivi robusti e poderosi anche per un cavallo. Come va a finire? Che alla fine il malato s'ammala anche di queste cure, diciamo energiche, solo perché mi piacciono gli eufemismi. Ma con i matti, come si fa a far valere le loro ragioni, proprio la, nei luoghi della cancellazione individuale, dove dominano gli apparati statali, il linguaggio burocratrese, la firma autorevole, la malattia avuta e ora non più, luoghi amministrativi, autentici gineprai dove si parla una lingua che ti pone irrimediabilmente dalla parte del torto. 
lo sapete, dai, su! Non è possibile che un "matto" superi questi muri che hanno dell'insuperabile e che il "matto" incontra, suo malgrado, nella sua esistenza rapita non si sa mai da chi! Sono invisibili, ma sono altrettanto numerosi. Ne esci che sei sfinito, l'anima è indebolita, spossata, affaticata e il mondo fa davvero paura per il freddo che fa e non è retorica affatto, vacca! Troppi di noi non hanno potuto vivere le loro aspirazioni perché gli sono state imposte paure altrui. Così hanno scoperto una verità assoluta: non sai mai quanto sei forte fino a quando essere forte è la sola scelta che hai.                                          (M.T.)
T.S.O.: Trattamento Sanitario Obbligatorio: crudeltà e supplizio
Il T.S.O.:
tortura pura
Michael Moore
 anche vero che voi siete stati governati negli ultimi anni da un governo di centro destra, quello di Berlusconi, che cercava di imitare gli Usa e ha ridotto i finanziamenti al sistema sociale e sanitario lasciandovi in una condizione 'non ottimale' e ora il Governo deve risolvere il 'casino' che è stato lasciato. Ma questo io, che non sono italiano, non lo posso dire. Il sistema sanitario è sotto finanziato e invece di mettere soldi con gli Stati Uniti per combattere guerre illegali sarebbe meglio finanziare la sanità".  (Michael Moore) 

Dio deve 
rimboccarsi   le maniche
          di Matteo Tassinari
Quanti fatti accadono ogni giorno nel mondo? Quanti avvenimenti cruenti e felici finiscono senza che nessuno lo sappia e i Tg non lo diranno? Vicende singole di bambini sfruttati in qualsiasi modo, quanti sono? Quanti episodi di violenza e aggressività si consumano nella segretezza delle case? E le faccende private sporche che tali rimangono in una perdita di contatto totale col reale?
Dio deve rimboccarsi le maniche per salvare tutti i barboni, le signore che fanno brillare i loro diamanti, le prostitute così affamate di vita e dignità. Puoi vederle e insultarle, per scaricare in compagnia buona, il tuo falso e bieco moralismo, sulla strada le potevi incontrare a tutte le ore della notte. Ti chiedono un favore, dargli dei soldi, loro ti danno il loro amore ma anche con 1000 uomini attorno sarebbero sempre sole. Le conosco, alcune sono care amiche. Sono tante, troppe, le peripezie umane, che alla fine rimane solo il ricordo violento senza sentir alcun dolore.
In un'epoca di pazzia, credersi immuni da essa, è una forma di follia
 I "folli" meritano
gli applausi rubati
Sfoggi di "pensiero" senza mai la parvenza di un reale struggimento, le grettezze penose come l'umano e narrate come romanzi dell'orrore, mentre è tutto vero. Queste trasmissioni hanno indici d'ascolto altissimi. Un abisso di voci e verdetti, un'infinità di condanne, anche molto carine nelle loro forme, micidiali nella sostanza, e anch'io, che evito accuratamente questi bordelli di cinismo, sono più coglione di prima. 
 Dall'altra verità 
Non mi viene da pensare che sia per solidarietà, ma per sfogare certi subdoli e perversi meccanismi mentali, forse inconsci, così almeno c'è un'attenuante. Il liberismo è una strada possibile, praticabile, certo. Ma se non è scelto, diventa una schiavitù, una prigionia, un asservimento, mancanza di riscatto, oppressione ripugnante, mancanza di emancipazione, vincolo assoluto imposto, mancanza di indipendenza, subordinazione assoggettata ed una catena infame di violenze dalla quale un matto non ce la farà mai! Spero che abbiate la coordinate per non fraintendermi, perché non ho mica voglia di difendere - e non lo farò mai - quello che penso e quindi scrivo. 
 Non esiste pazzia
senza     giustificazione
Disgrazie libidinose che soddisfano il languore di certi soggetti avidi ed eccitati, rapaci seriali che alle nove di sera, dopo una vuota giornata di sfigato lavoro, si piazzano davanti alla tv per vedere quei programmi di persone uccise e tagliate a pezzi. Per poi, il mattino conseguente, timbrare alle otto il loro triste e doloroso cartellino. Scopri storie che invece meriterebbero davvero tanto di più, per la loro infinita ricchezza umana e garbata bellezza. Come il caso dello "zio dei giochi", morto nel reparto psichiatrico dell'ospedale di un ospedale in provincia di Salerno.




 Il mio Zio dei giochi
Era lo zio dei giochi, quello che lasciava saltare i nipotini sul letto e mangiare la coppa Malù, col cioccolato e la panna. Era lo zio preferito dei suoi nipotini. Un maestro di scuola elementare. Alcuni suoi ex alunni hanno raccontato che durante l'intervallo, a scuola, leggeva il vocabolario. "Perché?" gli chiesero. "Perché in questo modo s'impara una parola, magari bella, al giorno". Pensarono a 'bassa voce': "Che strano modo d'insegnare!". Lo Zio dei giochi, capì quegli sguardi e senti quei pensieri.
Il regista Nanni Moretti
Al chè replicò: "Le parole sono importanti. Chi parla male, vive male", lo so, non è nuova, ma ci stava così bene che non ce l'ho fatta a tenerla per me, o grande  e amico Nanni Moretti ad ancora (abbiamo parlato per un paio d'ore mentre girava "La stanza del figlio" ad Ancona nel 2001). Ma poi chissenefrega! Però è accaduto e per me furono due ore d'intensa vitalità. Io gli dissi dei miei malanni, lui mi parlò del suo tumore al petto che riuscì a sconfiggere. Ci credo, uno che fa dei film così unici e originali, non può che batterlo un tumore.

Legato       al letto  
per 4 giorni
"Perché così ogni giorno s'imparano parole nuove", cara saggia semplicità, benvenuta! Non so se avesse problemi psicologici, ma se li aveva, aveva anche trovato il modo di nasconderli e non credo senza dolore. Quello che m'interessa, è che invece di prendersi cura di lui, lo hanno legato ad un letto per quattro giorni fino a farlo morire. Era l'estate del 2009, quando venne ricoverato in psichiatria con un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) che per quasi tutti gli psichiatri, in certi casi è inevitabile. Dicono: "Perché lo psichiatra, col T.S.O., impedisce la distruzione del malato di mente. E' un po’ quello che fa il chirurgo: procura una lesione per curare una malattia".
Dopo il caso Mastrogiovanni, gli psichiatri hanno replicato alle accuse in questo modo che puzza di assoluto spaesamento: “Il fine è la cura, contenere un malato serve per evitare che faccia male a sé e agli altri”, quando è morto dopo 82 ore passate legato ad un letto chiedendo aiuto. Niente, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, sarà pure un proverbio, ma è come la freccia di Robin Hood, un vero Galantuomo, non come alcune macchiette che si credono don Chisciotte solo perché lavorano con gente che in fondo invidiano e perché Hanno un camice bianco che li onora secondo Ippocrate. Ma son incontenibili e continuano ad impedire di capire con parallelismi inquietanti:Pazzesco! Ci sono rimedi meno violenti e più umani che ottengono migliori risultati.
 Un Corpo d'amare
Ma sappiamo che la sanità, quando c'è da tagliare la spesa pubblica, è la prima ad essere sforbiciata. E fra queste, i più indifesi, sono i primi che si vedono trattati in questo odo perché i soldi servono alle campagne elettorali dei politici, ai loro svaghi, anche quelli che fanno male, autentici consumatori abituali di cocaina. E alla fine del mese 5 mila euro gli piovono dritte nelle tasche dal Cielo. Sono convinto che arriverà anche per loro, il momento della Giustizia, dove non ci saranno privilegi per pochi e sfighe maledette per tanti. Piangere per un peccato può pure andare bene, ma piangere per essere onesti è francamente un pò troppo. Eppure il mondo ha fame anche di queste pene dalla forza di mille agonie.

 Il malato di mente
ha sempre      'torto'

Il T.S.O. è tortura pura, checchè ne dicano gli esperti. E' innegabile. Con tutti i prodotti farmaceutici che oggi, grazie a Dio ci sono, non penso che ancora dobbiamo ricorrere a metodi così violenti e aggressivi come legare persone ai letti e lasciarli lì per giorni e giorni senza un briciolo di affetto ma solo grugni, e spesso si è arrivati a metodi ancora più pesanti come le botte e percussioni fisiche. Non è un problema, quando hai a che vedertela con un malato di mente, non c'è ne: lui avrà sempre torto e il dottore, psichiatra o infermiera che sia, avrà sempre ragione con tutto il reparto schierato d'ufficio a favore del sano di (o sana) di mente. Cosa può fare uno che si dimentica di prendere le pillole?
Basta morti in TSO 
E' un dato di fatto, narrato dalla storia dei tempi. Talvolta, grazie al T.S.O., hanno tenuto legato al letto persone, anche per settimane. Non so cosa ne pensi tu, mi disse il medico anziano, con quell’aria da tenente Colombo da finto tonto che poi ti frega. Non so cosa ne pensi. Ma la mia idea, rispetto al legare malati di mente ai loro letti di "manicomi", è che questa pratica, che pure viene considerata un atto medico professionale, sia in realtà non molto diversa dalla tortura. Non trovi?
Mi Fidavo di te


No, non me la date da bere! Il TSO è pura tortura messicana, quella che avviene nei sobborghi di Tijuana in Messico, una delle città più violente e criminali al mondo e le lame saltano fuori all'improvviso per trovartele fulminee nel torace. Lo Zio dei giochi aveva la mente affastellato di pensieri, gli era già successo alcuni anni prima d'essere ricoverato improvvisamente, ma i ricordi sono meno che nitidi per divenire traccia, ricordo, sfregio, nulla di diverso dalle cicatrici. Sua sorella si ricordava che per i primi tre giorni i medici non ammettevano visite. Perché? Mi nascondevano forse qualcosa? In fondo non mi pareva di chiedere a luna, ma di vedere soltanto mio fratello che improvvisamente mi era stato tolto e rapito dalla mia vita. No, non mi fido più, fu la conclusione.
Anche se oggi sembra assurdo, all'epoca tutta la famiglia si fidava dei dottori alle prese con le difficoltà dello zio dei giochi. Il terzo giorno, sempre sua sorella, andò a trovarlo in ospedale, ma le infermiere, indottrinate dai dottori, non vollero che avvenisse l'incontro (perché?) e risposero: "Sta bene, è meglio lasciarlo riposare". Telefonò a sua madre: "Domani mattina vieni tu?".
Domanda inutile, 
perché lo zio dei giochi morì proprio quella notte. Oggi la sorella ricorda: "Se mi avessero detto, guardi, non può vederlo, è vietato", avrei reagito
come un pesce tirato fuori dall'acquaL'hanno costretta a vivere con il rimorso. All'epoca, come ho già scritto, si fidavano tutti di questi pessimi dottori, tanto che neppure dopo sospettarono qualcosa. L'autopsia stabilì che morì per edema polmonare. Così liquidarono la sorella in cerca di suo fratello ricoverato da 2 settimane con il TSO.
successo all'improvviso", si giustificarono, invece è stata una fine graduale. Quando la sorella vide il suo corpo, s'accorse che aveva segni sulle caviglie e sui polsi, ma non poteva immaginare che fosse stato legato al letto forzatamente per molto tempo. Fu il medico legale a far partire l'iter giudiziario. La polizia sequestrò il video delle camere di sorveglianza. Ottantasette ore di violenza gratuita, uno spettacolo inumano.
Lo vide e rivide, secondo per secondo, percependo tutta la sofferenza del TSO, che io, Matteo Tassinari, lo paragono, come metodo "curativo" medico, all'elettroshock di una volta, tecnica terapeutica basata sull'induzione di convulsioni nel paziente successivamente al passaggio di una corrente elettrica che attraversava zone del cervello.

La sorella quando vide quel corpo nudo, immobilizzato, senza difesa alcuna, non vedeva suo zio. Lui aveva gusto nel vestire, ci teneva alla sua persona, al di là di quello che la gente pensava e qualche volta diceva. Crollò alla fine, quando portarono via tutto e rimase una rete vuota e cigolante e un anima che era già partita per il suo posto d'origine. Questo spinse la sorella dello Zio dei giochi, a lasciare gli studi in comunicazione d'impresa, scegliendo un indirizzo di studi diverso laureandosi in diritti umani, in quanto la scelta gli pareva più consona al suo carattere. Il corso della sua vita cambiò e non in meglio. Iniziò a conoscere più a fondo la ferocia del T.S.O. ed a porsi domande che avevano solo dell'inquietante. 
Dopo la morte dello Zio dei giochi, il dolore dei ricordi bastardi, passati e vissuti. Gli attacchi di panico, prima mai avuti, emersero come farebbe un pallone gonfio d'aria nell'acqua. Non era capace di uscire di casa e parlare con la gente, come non riusciva più a coordinare i movimenti e bere un bicchiere d'acqua perché gli tremavano le mani a causa delle violenze subite e dei T.S.O. dispotici per quanto autoritari. E la notte, i dottori, andranno a dormire nelle loro calde e belle ville in letti con materassi speciali. Mi chiedo: ma come fanno ad addormentarsi?
 Sentirsi continuamente
fuori luogo
Come non l'avessi mai fatto, mi sembrava, improvvisamente, un'effettiva impresa spiegarmi, seguire i discorsi degli altri. Mi sentivo sempre fuori contesto, come se dovessi chiedere scusa d'esistere ed essere lì e scusarmi per questo. Uno stato di disforia e sottomissione acuto e pungente. Il sentirmi continuamente fuori luogo, stava diventando la mia dimensione personale. Capì che il mio vero problema era l'adattamento ai luoghi e alle persone, per questa ragione non riuscivo più a creare rapporti. La solitudine divenne la mia amica selezionata e scelta.  
Penso sia normale, e penso pure che ognuno di noi, in un momento di fragilità, potrebbe trovarsi ad avere a che fare con i medici sbagliati, com'è successo allo zio dei giochi. In questi anni mi sono chiesto più volte perché accadono certe cose. Forse quando entri in certi reparti psichiatrici smetti di essere considerato persona. Tutto qui, una misura incolmabile. 
Un compagno di stanza dello zio dei giochi, che si era ricoverato volontariamente per depressione, era stato legato ai polsi per settimane. Nel video, lo si vede avvicinare al comodino coi piedi, facendo cadere una bottiglietta per leccare l'acqua che si era versata a terra.
Costretti a slegarci
Quando la sorella incontrò l'amico di stanza dello zio dei giochi, gli disse: "Quando è morto, hanno dovuto slegarci. Forse sono vivo grazie a lui". Voglio, io, Matteo, che le porte dei reparti di psichiatria vengano aperte tutte. Il trattamento sanitario obbligatorio può essere prolungato per mesi. In questo modo, alla fine, quei posti diventano piccoli manicomi. Voglio, sempre io, che sia restituita tutta la dignità a tutti i malati di mente che hanno subito la grandezza degli uomini sani e che nessuno debba più morire in quel modo.