sabato 6 dicembre 2014

Il Fluido Rosa della Luna



Video Pink Floyd in Brain Damage, Eclipse

        Matteo Tassinari

Strano a dirsi, ma quando uscì il disco The dark side of the moon, la faccia nascosta della Luna era stata già svelata e fotografata da molto tempo. La prima volta era successo nel 1959, quando la sonda sovietica Lunik3 andò a fare capolino dietro la faccia nota grazie al Fluido, scoprendo che nel nostro immaginario quello che ci piaceva pensare fantasticato per millenni, peccato, ovviamente, che non c'era. Anzi, il lato dark side era tutto sommato deludente, desolato, meno ricco di mari e crateri navigati già con un grande amico a cui non è stato riconosciuto il talento che ha dato il via al magico più potente della musica degli anni '70. Se per questo, all'epoca del disco sulla Luna l'uomo ci aveva già posato piede (ma è poi vero?) dieci anni dopo la prima immagine dell'altra faccia.
In primo piano Syd Barrett, the BIG

Il    Guru
Cavallo
Ma il termine dark side of the moon non ha mai perso il suo fascino arcano, corroborato dal fatto che quando le navicelle in rotazione passavano dietro il grande satellite, le comunicazioni si interrompevano finché non emergeva dall'altra parte. Un gioco di ruoli manovrato alla maniera dei grandi musicisti, con una forte spinta filosofica, politica e culturale di Roger Waters (soprannominato il cavallo per il suo mento pronunciato in avanti), il grande guru della band, quello che avevo bisogno più degli altri di dare un significato profondo a scapito di tutto e forse anche di Barrett. Lui voleva, lui otteneva. 
E' bene
ricordare che
il motivo per cui vediamo solo una faccia della Luna, è dovuto a una serie di coincidenze decisamente straordinarie che la band, nel momento iniziale a Cambridge, quando ancora erano emeriti sconosciuti che si divertivano a suonare in una sala di un centro sociale: il tempo che la Luna impiega a ruotare sul suo asse è esattamente lo stesso che impiega per girare intorno alla Terra. Nella sua silenziosa danza cosmica, la Luna ruota e gira in una perfetta concordia di moto, una coincidenza tuttora non spiegata dagli astronomi, una dinamica acquisita ma mai spiegata. Insomma, la Luna rimane sostanzialmente un oggetto misterioso e poi è pur sempre il più potente occhio celeste acceso sul pianeta Terra.

Tracce indelebili
Quanto basta per giustificare un titolo - tra l'altro già usato nel 1972 dalla blues band inglese Medicine Head per il suo terzo album - che del resto allude a tutt' altra oscurità, prendendo a prestito un'immagine che se pure reale, visibile più  o meno ogni notte nel nostro cielo, è da sempre oggetto d'insinuanti e crepuscolari metafore. Quella luce bianca, fredda, misteriosa, scava nel pensiero, lascia tracce indelebili, è la luce delle oscurità della mente. Anche per gli stessi Pink Floyd l'immagine della Luna fu un giro di boa, solenne e definitivo, come fosse la circumnavigazione dell'orizzonte. Di sicuro c'erano i Pink Floyd prima di The Dark Side of the Moon e ci sono i Pink Floyd dopo The Dark Side of the Moon. Dopo aver scoperto cosa c'era in quella misteriosa faccia scura della Luna, il rock non è stato più lo stesso, ha assunto dimensioni colossali, è diventato altro da sé, meno improvvisazioni, per un'organizzazione più precisa.
 TORNASSE IL MAIALE 


   Forse
   non     per 
tutti, di certo per i Pink Floyd, che nel 1972 erano già una band famosa, dalla credibilità alternativa, fortemente connessa a un'idea di sperimentazione, non soltanto sonora ma anche fisica, di evocazione d'immaginari nuovi, di mondi lontani, oppure vicini ma mai visti. Come capitava spesso in quegli anni aurei, era musica che riusciva a essere vendibile senza perdere l'anima sostanzialmente non compromessa alle regole del mercato discografico, che portava il diretto imprinting della leggenda barrettiana tra i leggendari della musica progressive psichedelico e il diamante pazzo, Syd Barrett, dal quale non si sono mai separati. Nel mondo sono molti i fans del Fluido Rosa, e questa non è una notizia. Lo dico perché migliaia di persone, in America, hanno scelto il brano Comfortably Numb, come la canzone più adatta da suonare al proprio funerale.  
Sempre così, ad ogni concerto il pienone dal 1970. I bilici per trasportare il materiale utile ai Pink Floyd per montare il palco, erano 118 più una ventina di mezzi per gli spostamenti vari. Ad ogni tournè, attorno ai 4, c'erano almeno 300 persone, tra elettricisti, tour manager, produttori, impiantisti, esperti in illuminotecnica, audiotecnica e uno schieramento impressionante per il numero di donne nere appartenenti al coro più "In"
Ogni     volta una
dubbia    scommessa


I Pink Floyd venivano percepiti come una band costantemente sull'orlo di una scoperta nuova, un'identità psycho-freak che lasciava aperte porte dai glaciali suoni di Ummagumma  alla calda e gaudente Saint Tropez.
La strada da intraprendere era sempre una scommessa dubbia, un gioco doppio, un movimento di fantasie possibili ma neanche certe. Di certo invece c'è Gilmour che è arido d'idee, tanto meno le avevano Nick Mason e Rick Wright. Chi invece correva in avanti, felicemente ossessionato dalla missione in corso, era Roger Waters, il cavallo. Nei testi di Waters prevale un tenebroso intimismo, carico di ossessioni, prima fra tutte la guerra, dove ha perso il padre realmente. Chi sarebbe stato in grado di realizzare un'opera mastodontica come The Wall, se uno un visionario come Roger Wright? Forse Syd Barrett, ma questo è impossibile saperlo per tutti i motivi che sappiamo, bello, però, è immaginarlo.  
The snatch
Waters di idee sul mondo, sulla vita, sulla politica, e naturalmente sulla musica, invece ne aveva fin troppe. Un vulcano d'intuizioni, luci e ombre miscelate con una sapienza divina e violenta al contempo. Buona parte dei viaggi musicali della band portavano comunque ben chiara la sua firma, ma non erano abbastanza, non aveva uno scopo definito. Qualche anno fa, ha detto Waters durante un programma in una tv inglese mentre lo intervistavano sulla storia dei Pink Floyd: "la gente parla, riferendosi alla nostra musica, di spazio, dimensioni, prospettive. Ma cosa cazzo è 'sta roba? Di che parlano? Nulla di quello che abbiamo fatto centra con questo. Spazio. Ma di che cazzo parlano. Se c'è chi ci segue nelle nostre tournè come si fa a non essere felici? Fino al punto che il gusto dei nostro fans non sia un problema nella composizione dei nostri lavori artistici", un'affermazione che fa capire chi era la mente dei Pink Floyd da quel momento in poi e il tipo di carattere di Waters, certo non facile alla resa o docile.
Foto rara con tutti e cinque i Pink Floyd insieme, 1967

Riconoscere l'umanità
Il    tema, che poi sarà centrale in Dark Side, è quello della comunicazione tra gli esseri umani, il potenziale che l'uomo ha nel riconoscere il suo simile, di ogni popolo, rispondendo ad ogni comunità con empatia piuttosto che con antipatia, un messaggio dei figli della pace rimodernizzato se vogliamo, ma melodiato, al di la di qualsiasi messaggio contenessero quelle note. Iniziarono le prove per un film di Michelangelo Antonioni e il gruppo mise a fuoco alcuni bits and pieces di lavori precedenti, un brano per pianoforte scritto da Wright durante il lavoro per Zabriskie Point del regista Michelangelo Antonioni, un paio di altri strumentali ancora da sgrassare e ripulire e una canzone, Breathe, che Waters aveva registrato per un documentario 7 anni prima.
Il più creativo
Pezzi nuovi prendono forma quando Waters spinse il gruppo verso la creazione di un qualcosa che sfuggisse alle regole della musica pop dell'epoca, e ci vide bene, devo dire. Puntò più in alto. La chiamarono concept-album dove le canzoni fossero legate l'una all'altra. Come Fabrizio De André. Le nuove canzoni volevano essere, nelle intenzioni di Waters, un'espressione di empatia politica, filosofica, e umanitaria, sul potenziale umano e sui fattori, il denaro, la morte, l'ambizione, il tempo, che potevano spingere le persone verso la frustrazione e, in ultima analisi, verso la follia. Il lavoro passò sotto il controllo di Waters, non tanto quando suonavamo dal vivo e registravamo, ricorda Gilmour, ma nella fase compositiva. Era superiore a tutti, indiscutibile, era il più creativo.
Roger     lavorava
ore sui    testi e
sui concetti, mentre noi stavamo a casa. A volte sta in piedi la notte per migliorare le partiture. L'opera prese provvisoriamente il titolo Eclipse e la band si mise on the road dal gennaio del 1972 con le nuove canzoni in repertorio. Tra un tour e 1'altro i Floyd trovarono il tempo per registrare i brani per la colonna sonora del film di Barbet Schroeder, poi finalmente, nel giugno del 1972, i Pink Floyd entrano negli studi di Abbey Road per realizzare il nuovo disco.
Il tecnico del suono era il mitico Alan Parso. Subito dopo arriva Us and Them, uno dei pezzi migliori di tutto il disco, scritto già nel 1969 per il film Zabriskie Point ma scartato da Antonioni, che disse: “È bello, ma è così triste. Mi fa pensare alla Chiesa”. Ma vai a Samarcanda Antonioni! Ma proprio perché è lui lo mando a fanculo lo stesso, coi film brutti e sopravalutati che ha fatto, che altro si può dire? Nulla, non ho molto da dire al proposito. Se proprio allora vogliamo un grande del vecchio cinema italiano, andate da De Sica, il babbo. Digressione conclusa.














Ricchissimi,
ma contro
il potere denaro
Il gruppo stava per arricchirsi in maniera esagerata, soldi e conti correnti in tutto il mondo e molto elevati, ma criticavano il potere del denaro, del suo dominio sugli umani. Bel paradosso. Ma agli occhi del loro pubblico mondiale, volevano mantenere l'immagine linda di una band contraria al valore del denaro, del dollaro, il suo dominio e la violenza che genera, e come viene speso male. Vien da pensare che è abbastanza facile buttare là, una volta al mese, per la gioia dei media, una frase alla Ghandi e vivere in California a Malibù, con granchi per cena e tanto vino bianco e tutto quello che volevano farsi e fare, per dire. Lasciamo perdere poi se qualche offerta la facevano, è come se mi chiedessero a me 20 euro all'anno da  donare ai bambini senza gomiti, sempre per dirne una a casaccio.
La seconda facciata iniziava 
con Money, un'invettiva sarcastica sul mito del denaro, costruita dopo un'intro concreta, un loop di una tintinnante cassa. Il successo dell'album ha prodotto montagne di soldi, al di là di ogni possibile immaginazione. Di più, Money fu scelta come singolo, ed ebbe successo anche come tale, passando alla storia come l'unica canzone in 7/8 ad avere raggiunto la vetta della Billboard top and blues obliquo, incattivito da un sax rabbioso, ruvido, privo di ogni speranza.



















Trascinandoti il rimprovero silenzioso
di un milione di occhi bagnati











Disagio     esistenziale
inelut  tabile
Crescita della popolarità coincide con l'accentuarsi dei contrasti all'interno del gruppo, in particolare tra Waters e Gilmour. Da ciò scaturisce la predominanza di Waters sugli altri membri. Se negli ultimi due lavori la sua influenza era rilevabile prevalentemente nei testi, con Animals anche l'intera idea dell'album deve essere attribuita al bassista. Le tematiche proposte da Waters, che caratterizzano anche i successivi due lavori, sono ricorrenti: la morte del padre nella seconda guerra mondiale, la crudeltà dell'industria discografica, l'individualismo e l'alienazione nella società moderna, oltre alla critica verso alcune personalità politiche del tempo, in particolare Margaret Thatcher.
La pluriomicida



The Best      of
the      moon
Era la prima volta che i ragazzi di Cambridge riscuotevano un successo così universale, planetario, cosmico, per giungere al raggio Cosmico che i Fluido Rosa hanno cercato per 30 anni senza trovarlo, ma guadagnando come Onasis. I numeri di questo exploit sono vertiginosi: The Dark Side of the Moon è il ventesimo album più venduto di tutti i tempi negli Stati Uniti. Nonostante sia stato in testa per una sola settimana nella Billboard 200. Il 5 maggio del 2006 raggiunge un totale di millecinquecento settimane tra Billboard 200 e Pop Catalog Chart. Nel 2004 ha venduto più di quaranta milioni di copie, con una media di ottomila alla settimana dalla sua uscita. E’ stato scritto da NME, che solo negli Stati Uniti, una persona su quattordici sotto i cinquant'anni possegga l’album. Nel 2008 si è stimato che il gruppo abbia venduto circa 250 milioni di dischi in tutto il mondo, di cui il 74,5 milioni nei soli Stati Uniti d'America.
Roger Waters, il Dna del Fluido
Il lavoro fu collettivo, malgrado 
la preminenza delle idee di Waters. L'energia creativa dei tempi era al massimo, e il gruppo lavorò in perfetta concordia, con uno scopo comune e con l'insopprimibile sensazione di avere per le mani qualcosa di straordinario. Questo contribuisce a conferire al disco la sua aria di perfezione. Le divisioni erano ancora di là da venire e avrèbbero caratterizzato altri capolavori, ma palesemente più sbilanciati, soprattutto l'atto finale, o quasi, di The Wall, in cui la furia concettuale di Waters prende definitivamente il sopravvento sulle idee degli altri, Gilmour compreso, l’unico che poteva dire qualcosa a Waters senza timore di referenzialità che vigeva all’interno del gruppo numero uno al mondo, a mio parere tutt’ora. Concordano nel dire che Dark Side fu l'ultima grande impresa dei Pink Floyd in quanto gruppo, The Wall a parte, dove è successo di tutto, ma i diritti sono tutti di Waters.
Nessuno li supererà,
e il punk ha rovinato tutto

Barrett,       fondatore dei
Pink Floyd
per chi volesse sapere la vera storia tra i Pink e Syd, http://3ppppier.blogspot.it/2013/10/syd-vicious-e-il-sogno-cosmico.html




 Una carezza di   tragedie umane 
Poi la divisione, la fine e Gilmour, Wright, Mason, senza il malvagio Waters, non erano più i Pink Floyd, si avvertiva chiaramente, in certi brani anche il suono, la loro specialità, era sporco. Il successo colossale che segui l'uscita del disco snaturò inevitabilmente la loro consapevolezza di rockstar, e gran parte dell'ispirazione del seguente Wish You Were Here può essere riferita come reazione a questo profondo e irreversibile cambiamento. Ma ai tempi del disco tutto era perfetto. Secondo Wright le cose avvenivano anche al di là della loro volontà, come se in quei giorni fossero preda di una sorta di alchimia magica. Gilmour ricorda ancora con una certa emozione il momento in cui per la prima volta ascoltarono il mix finale. Si resero subito conto di aver creato qualcosa di speciale. Era maestoso, appagante, nuovo, una piacevole carezza che raccontava delle tragedie dell'esistenza. 
Maestosa     carezza che 
narrava le tragedie esistenziali
   Gilmour
definì la loro musica psichedelica improvvisata. Il risultato andò oltre ogni aspettativa e la copertina con il raggio di luce bianca scomposta da un prisma nei colori dell'arcobaleno contribuì a generare ulteriore fascino a quel simbolo. Semplice ed essenziale, e non avrebbe potuto essere diverso, anche per l’apporto tecnico, va sempre ricordato, con i tocchi di Alan Parson. Per i parametri di ascolto del tempo fu uno shock, una sensazione di intangibile irrealtà. Grandissimo tecnico del suono, Parson, (anche se pagato la miseria di 35 sterline a settimana), contribuì in modo non trascurabile alla "stesura" del progetto definitivo. Non solo, perché i progetti nacquero col tempo e Alan Parson divenne il Brian Eno per David Byrne e Talking Haids, un tecnico del suono insuperabile che, di disco in disco, impose il suo talento anche nella fase della costruzione musicale. Era capitato al posto giusto, l'artista giusto. 
Usavano talmente bene le potenzialità della stereofonia da produrre un inedito effetto di piacere all'ascolto. Una novità che ha alimentato a lungo la leggenda secondo cui parte del successo dell'album fu dovuto al fatto che per molti era un ottimo test per provare gli impianti stereo. Un buon test lo era davvero, non c'è che dire, ma considerarlo solo tale sarebbe come ridurre un sogno straordinario a un test per misurare le scintille di elettricità che passano attraverso le sinapsi cerebrali. Il successo creò una sensazione sorprendente.
Pink Floyd, 1988 Londra al Monumental Building













La beata Utopia
Pareva che la filosofia underground, l'idea progressiva di un rock sempre più emancipato, fosse diventata l'ufficialità, che il mondo si fosse in qualche modo rovesciato. E non mancarono le critiche. Per assurdo che possa sembrare, pensando alla produzione attuale, molti giudicarono il disco estremamente commerciale.









Visionari inflazionati
In fondo, fino a quel momento i Pink Floyd erano stati considerati un gruppo underground e Dark Side era il kolossal che li proiettò dappertutto, realizzato con un dispendio di mezzi illimitato. Molti mal recepirono la magniloquenza, la tortuosità della critica sociale, la levigata patina di prodotto discografico che il disco emanava. Ma in quel viaggio c'è tutta l'incoscienza, la beata utopia di una generazione che pensava di poter raccontare il mondo attraverso l'invenzione musicale e un pio e beato (forse troppo beato) pacifismo. Va anche detto che molti confusero il pacifismo con l'indifferenza.
A venir fuori
da questo
situzionismo 
interstizio oscuro e buio come il batacchio di un manzo in una notte nera texana, è un'opera grandiosa, dal titolo "The Wall", scritto interamente da Roger Waters (bassista) per le sue ambizioni irrisolte, le aspirazioni che s'era posto, per la visionaria malinconia con cui descrive i personaggi di quel mondo in Inghilterra.
 Movimento
 visionario
Fu la perfetta consacrazione musicale, il codice che poteva far dir loro che sono  in assoluto i migliori da quando il rock progressive ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica. La bacchetta magica la portò il gruppo il regista Alan Parker, forse quello più vicino a Kubrick, al limite del fanatismo artistico, dell'intransigenza espressiva, dell'estremismo recitativo, scenografie completamente pulite al limite dell'ossessione, tutto questo per non scrivere ancora quell'aggettivo abusato di cui ormai non se n'è può più essendo: visionario, ormai in bocca anche ai cavalli. Ormai è "visionario" pure Muccino e Alvaro Vitali. Non se n'è può più di tutte 'ste visioni.